«I giovani hanno bisogno di questo servizio: di adulti e coetanei maturi nella fede che li accompagnino nel loro cammino, aiutandoli a trovare la strada che conduce a Cristo. Ben più che nella promozione di una serie di attività per i giovani, questa pastorale consiste nel camminare con loro, accompagnandoli personalmente nei contesti complessi e a volte difficili in cui sono immersi. La pastorale giovanile è chiamata a cogliere gli interrogativi dei giovani di oggi e, a partire da essi, a iniziare un vero e onesto dialogo per portare Cristo nella loro vita. E un vero dialogo in questo senso lo può fare chi vive una relazione personale con il Signore Gesù, che trabocca nella relazione con i fratelli».
Il cardinale Angelo Bagnasco - arcivescovo di Genova, presidente della Conferenza episcopale italiana e vicepresidente Ccee - ha dichiarato al convegno: «Non ci sono specialisti di evangelizzazione». «Spesso sentiamo “non sono capace, non sono preparato, etc…” comprendiamo queste proteste, ma il Papa dice che non è necessario avere paura. Non abbiamo bisogno di un lungo insegnamento, ma di Cristo. Lo specialista dell’evangelizzazione è il battezzato», ha ricordato Bagnasco.
A partire dall’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium», il Vicepresidente del Ccee, si è soffermato sul contesto di secolarizzazione e di relativismo in cui la pastorale giovanile è chiamata a operare, dove «noi, voi giovani, siamo chiamati a vivere con fiducia» sviluppando quell’idea di Chiesa in uscita delineata da papa Francesco nell’esortazione e promuovendo la consapevolezza missionaria dei giovani.
L’incontro vede la partecipazione di oltre 130 delegati delle Conferenze episcopali d'Europa, tra cui vescovi, responsabili pastorali, giovani e rappresentanti di associazioni e movimenti ecclesiali che lavorano nella pastorale giovanile.
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